Influencer: perché stai sbagliando a rivolgerti a loro
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Influencer: perché stai sbagliando a rivolgerti a loro

Perché stai sbagliando a rivolgerti agli influencer per la tua strategia di marketing

Ok, lo ammettiamo subito, è un titolo un po’ clickbait, ma nasconde un fondo di verità: se lavori con l’influencer marketing e ti rivolgi agli “influencer”, stai commettendo un errore!

Che significa? Lascia che ti spieghi.

 

Distingui gli influencer

Già saprai che gli influencer non sono tutti uguali, e che a seconda del loro seguito si distinguono in mega, macro, micro e nano influencer. Questo è il punto da cui partire: impara a conoscere con chi stai collaborando!

Mega

Dici “mega influencer”, dici Chiara Ferragni, per essere brevi e concisi: grandi celebrità dal seguito estremamente numeroso, sull’ordine dei milioni di persone. 

Macro

I macro influencer sono blogger, youtuber e compagnia bella divenuti figure affermate e credibili nel loro campo e che hanno tra i 100 e 500 mila follower. Presentano un pubblico fidelizzato, coltivato nel tempo e incrementato in maniera spontanea. Un esempio è Nick Pescetto, un content creator che pubblica quotidianamente foto e video delle sue avventure in giro per il mondo.

Veniamo adesso alle due categorie di cui devi davvero iniziare ad interessarti: i micro ed i nano influencer!

Micro

I micro influencer sono seguiti da un minimo di 10 mila e un massimo di 100 mila follower. Il contenuto numero di seguaci gli permette di interagire con i fan in maniera più spontanea, riuscendo così a stringere con gli stessi un rapporto più personale. Il micro è un personaggio che usa i canali social per comunicare le proprie passioni con creatività senza una strategia di marketing alle spalle.

Nano

I nano influencer sono utenti che hanno profili seguiti da un minimo di 1.000 fino a un massimo di 10.000 followers. Questi profili hanno tassi di coinvolgimento altissimi, riuscendo a trasformare i seguaci nei cosiddetti “true fan”, ovvero follower estremamente fidelizzati grazie alla cura costante delle interazioni.

 

Perché scegliere micro e nano influencer?

Rivolgersi a micro e nano influencer è una mossa strategica, in particolar modo nel nostro paese, in cui piccole e medie imprese sono molto presenti: in questo modo si possono raggiungere nicchie di mercato specifiche, spesso legate al territorio, a fronte di un investimento molto più contenuto rispetto a quello che richiederebbe un influencer “di alto rango”.

I tassi di coinvolgimento di queste campagne sono superiori del 60% rispetto alla norma, 6,7 volte più efficienti e convenienti rispetto agli influencer che hanno delle audience più ampie. Senza dimenticare che i micro influencer portano più conversazioni (in termini settimanali) rispetto all’utente medio.

Al di là della categoria selezionata per le proprie strategie di marketing, è fondamentale scegliere in parallelo strumenti di analisi e KPI da monitorare per verificare la riuscita della propria strategia di IM. Ed è proprio qui che il campione intervistato dall’Osservatorio ha peccato di ingenuità: appena il 33,5% degli intervistati ha dichiarato di avvalersi di tool e strumenti dedicati (15,1%) o analisi di social e web listening (18,4%).

Qui sotto potete vedere gli screen di uno strumento che si chiama Ninjalitics, perfetto per analizzare i profili Instagram.

  

Come in tutte le strategie digital (e non), anche le manovre di influencer marketing devono essere costantemente monitorate: solo in questo modo è possibile valutarne l’efficacia e prendere le giuste contro misure per tempo.

 

Come riconoscere un buon micro o nano influencer?

Difficile dare dei riferimenti chiari e validi per ogni settore, ma ci sono dei tratti riconoscibili. In primo luogo c’è grande attenzione alla community, all’interazione con il pubblico. C’è chi fa domande, chi lascia opinioni e chi magari muove delle critiche. Il micro influencer, nei limiti del possibile, risponde sempre. E alimenta un pubblico che diventa fedele, magari non molto variegato ma costante. È il totem di una tribù che non tradirà.

I numeri assoluti non sono alti, a volte rischi di perdere di vista questi nomi perché non si riconoscono subito. Ma c’è grande attenzione verso la verticalizzazione dell’audience e questo rende il mondo dei micro influencer molto interessante. Soprattutto se ragioni su una strategia ponderata, basata su obiettivi concreti, e non ubriacata dalle sirene dei numeri roboanti. 

Tutto questo può essere osservato in questa lista che prende spunto dall’articolo di Studio Samo:

  • Fiducia: le persone si fidano di più delle persone comuni, meno dei grandi influencer strapagati e distanti.
  • Rilevanza: puoi trovare dei contatti ben allineati alla tua nicchia, verticali su un argomento a te caro.
  • Fedeltà: un micro influencer abbraccia la causa che proponi, si lega al brand e lo stima.
  • Consiglia: lavora in prima persona per consigliare un bene o un servizio oltre gli accordi presi.
  • Influenza: l’aspetto più importante, queste persone riescono a influenzare chi vuoi raggiungere.
  • Grandi volumi: in relazione, i micro hanno dei risultati migliori rispetto ai macro e mega influencer.

 

 

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