Snapchat: nascita e crescita di un fenomeno sociale
Snapchat è una app lanciata nel 2011 da alcuni studenti americani. Questa app, essenzialmente, permette di scambiare foto e video in modo rapido e intuitivo. Una volta che il video, la foto o il testo, viene visualizzato dal destinatario, questo non è più riproducibile.
Snapchat dalla sua nascita ha avuto una rapida espansione, superando Twitter come numero di membri attivi: questo social è secondo “solo” dopo le app del gruppo Facebook (Facebook, Instagram, Messenger, Whatsapp).
Oltre all’invio di messaggi e foto, Snapchat ha anche una parte dedita alla pubblica condivisione dei contenuti chiamata la “Storia”: è possibile condividere, con la propria audience di utenti, foto e video che dopo 24 ore dalla pubblicazione, verranno eliminati.
La risposta del gruppo Facebook a Snapchat: Instagram Stories
La “Storia” sembra essere uno degli aspetti più apprezzati di questa app, permettendo appunto la rapida crescita del social del fantasmino giallo. Zuckemberg per contrastare questo fenomeno ha deciso di introdurre su Instagram le “Instagram Stories”, una feature che ha quasi le stesse funzioni delle storie di Snapchat.
Instagram, da quando ha modificato il logo, sta implementando numerose novità: sezione esplora rinnovata, zoom sulle immagini, cambio dell’algoritmo e grafica total black and white, sono alcune delle modifiche attuate. La differenziazione permette una crescita stabile e duratura di questo social: infatti Instagram ha 300 milioni di user attivi al giorno, mentre Snapchat ne ha 150 milioni. Questi numeri ancora non si avvicinano al colosso Facebook che ne possiede ben 1,09 miliardi.
Snapchat e Instagram Stories sono due social molto simili tra loro. Su entrambi si possono pubblicare contenuti con durata di 24 ore, si possono inserire testi ed emoji per personalizzare il contenuto, si può vedere chi ha visualizzato la nostra storia, e su entrambe si può inviare un messaggio al creatore del contenuto. Queste sono le funzioni base, che è possibile riconoscere immediatamente dopo un primo confronto tra i due social. Le differenze quindi non sono sostanziali, ma alcune piccolezze permettono di far percepire il brand in modo differente da parte degli user.
Le principali differenze tra Instagram Stories e Snapchat
- Instagram permette di condividere contenuti (video e foto) sia sulle “Stories” che nel feed tradizionale: quest’ultimo è utilizzato per una comunicazione più istituzionale, mentre le “Stories” sono utilizzate per impostare una comunicazione diretta e informale.
- Snapchat ha moltissimi filtri e features per poter modificare le proprie foto: come ad esempio la funzione “Lense” che permette di fare le foto tramite realtà aumentata.
- Su Snapchat è possibile creare una “Storia” con contenuti presi dal proprio rullino: Il problema è che l’immagine presa dal rullino è incorniciata di bianco, e quindi differente dalle foto fatte direttamente dalla applicazione. Su Instagram stories non è possibile eseguire questa operazione.
- Instagram permette di scorrere avanti e indietro tra le foto pubblicate sulla Storia, e basa l’ordine di visualizzazione dei contenuti in base all’algoritmo deciso da instagram stesso: ciò implica che i contenuti visualizzati per primi sono quelli dei contatti con il quale ti relazioni di più. Snapchat ordina i contenuti semplicemente in base all’orario di pubblicazione.
- Su Instagram non è presente la funzione “Discover” di Snapchat, in cui possiamo trovare gli editoriali dei brand sponsor dell’applicazione.
Snapchat o instagram stories: quale posso integrare nella mia strategia social?
Quindi quale dei due, tra Snapchat e Instagram Stories, un’azienda potrebbe implementare nella propria strategia social per attirare audience? La risposta è entrambi, ma con attenzione al target di riferimento. Snapchat è particolarmente amato dai millennials e dalla fascia di user più giovani. Quindi è necessario impostare una campagna di comunicazione divertente, intuitiva e giovane. Mentre Instagram Stories è rivolto a un pubblico più vasto, e che comprende una fascia di età più alta e quindi più esigente in relazione ai contenuti proposti.